IL SOGNO DI UNA MARIONETTA: CONFESSIONI
DI UN ASSASSINO
dell'autrice STEFANIA PRATI
Premessa.
Ho avuto la possibilità di leggere
questo romanzo appena uscito grazie alla collaborazione con
l'autrice, cosa che comunque non influenzerà il mio giudizio
riguardo la qualità dello stesso.
Si tratta di un libro di genere
thriller/crime story, narrato in prima persona, che possiede tutti
gli elementi amati dagli appassionati del genere: omicidi,
tradimenti, dubbi, alta tensione, misteri.
Trama.
Il libro inizia con il
prologo, narrato dal punto di vista di Steven Lynch Berkley, figlio
del protagonista, che sta per consegnare un insieme di pagine scritte
da suo padre, Frederick Lynch, all'FBI.
Frederick è stato un
sicario, braccio destro di Mike Berkley (fondatore della Blood On The
Moon) e marito della figlia di Mike, Lana Berkley.
Dopo il prologo iniziamo
a leggere la storia narrata dal punto di vista di Frederick, sempre
in prima persona, il quale inizia a raccontare ciò che ha vissuto,
avendo per molto tempo annotato gli avvenimenti della sua vita su un
diario regalatogli da sua figlia Jenny.
Scopriamo così che, nel
momento in cui Frederick ha iniziato la stesura del suo diario
personale, ha una vita apparentemente perfetta: una moglie bellissima
che non sospetta della sua infedeltà, due figli, tanti soldi, un
lavoro in cui crede e l'affetto di suo suocero.
Tuttavia, il suo mondo
inizia a crollare nel momento in cui sua figlia Jenny, la sua
principessa, muore investita da un'automobile. In seguito, Fred
scoprirà che si è trattato di un omicidio, e inizia una disperata
caccia all'uomo quando conosce Alan: una figura misteriosa che farà
vacillare ciò in cui più crede.
Recensione.
Il sottotitolo racchiude
ciò che rappresenta questo romanzo: è proprio una raccolta di
confessioni romanzate, è presente una trama ben strutturata,
intrecciata ma non in maniera eccessiva: ogni avvenimento accade nel
momento giusto. Vero è che presenta elementi tipici di quello che
potrebbe far pensare a un thriller poliziesco: gli sbirri corrotti,
il traffico di droga, omicidi su commissione. In realtà, è molto di
più: una riflessione psicologica sugli ideali di un uomo alle prese
con dei dubbi che gli logorano l'anima. Il protagonista, man mano che
la trama si evolve, si ritrova a dubitare del proprio ideale di
giustizia.
Tutte le risposte alle
domande che Fred si pone, si materializzeranno in modo graduale ma
non lento: non avrete il tempo di annoiarvi.
Ogni personaggio è
descritto non tramite banali aggettivi, ma nei suoi atteggiamenti e
nel suo comportamento, senza ricadere in ovvietà di vario tipo;
l'autrice li ha resi verosimili e capaci di infondere nel lettore
simpatie e antipatie. È
possibile entrare in empatia con i personaggi poiché sono
caratterizzati molto bene e coerenti con la stessa caratterizzazione.
Altro elemento molto importante: i personaggi non sono troppi, ciò
permette di delineare bene in mente durante la lettura il ruolo di
ognuno di essi.
L'ambientazione mi è
piaciuta molto: potrebbe essere quella tipica di un thriller
poliziesco americano. Infatti, la storia è ambientata negli Stati
Uniti, tra Miami, Los Angeles e Jacksonville, ma in particolar modo a
Leaf Beach, località di fantasia ma che ricorda molto gli ambienti
californiani. Le descrizioni non sono affatto prolisse, ma brevi e
dirette: l'autrice non si perde di certo in convenevoli.
Anche la sua scrittura è
molto diretta, attiva, non si perde in sproloqui lessicali, il che
rende la lettura molto scorrevole e fluida. L'utilizzo di aggettivi e
avverbi è ridotto al minimo: l'autrice non ha di certo bisogno di
gonfiare il testo per farci capire ciò che succede. Ogni parola tira
l'altra, non sovviene la necessità di fare una pausa, ma di andare
dritti verso la fine, per capire quale sarà la soluzione al dilemma
del nostro protagonista.
Considerazioni personali.
Le mie considerazioni
riguardo questa crime story, in un certo senso un noir psicologico,
possono essere solo positive: ho divorato ogni pagina con ansia e
voglia di scoprire cosa sarebbe accaduto successivamente. Mi ha
sorpreso positivamente il fatto che sia un libro pubblicato in self:
l'autrice ha creato un prodotto a tutti gli effetti professionali, al
pari di un testo comprato in libreria.
A tal proposito, vorrei
porre l'attenzione sulla particolarità della copertina: il disegno è
stato realizzato in prima persona dall'autrice, e lo trovo non solo
tremendamente ben fatto, ma anche e soprattutto cucito addosso alla
storia in maniera perfetta.
Un libro che mi è
piaciuto molto in ogni suo dettaglio, che mi ha fatto odiare e amare
i personaggi come se fossi proprio all'interno della storia. Lo
consiglio assolutamente a tutti gli amanti del genere thriller/noir.
L'autrice.
Stefania Prati vive a
Pomezia ed è laureata in giurisprudenza. Grande appassionata di
letteratura noir, ha scritto diversi racconti, tra cui il
Prigioniero, vincitore
del premio letterario In poche parole,
Nostalgia di casa incluso
nella raccolta Storie per un anno in cento parole e
Sonata verso la quiete,
arrivato tra i finalisti del premio letterario internazionale città
di Pomezia anno 2019. Nel 2019 è stato pubblicato il suo primo
romanzo Ceneri dall'isola che non c'è.
Vi lascio il link diretto
all'acquisto su Amazon, dove trovate sia l'edizione cartacea che
quella digitale.
Dalila May
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