mercoledì 17 giugno 2020

Recensione: La Città di Ottone

LA CITTÀ DI OTTONE

di S. A. Chakraborty


Edito: Oscar Mondadori

Prezzo ed. cartacea: € 22,00

Prezzo eBook: € 9,99


Cari lettori, oggi torno sul blog con una recensione per me molto importante.

Ho appena terminato la lettura di questa nuova uscita che Mondadori, che ringrazio dal profondo del mio cuore, mi ha gentilmente fornito in anteprima: La Città di Ottone di S. A. Chakraborty, primo volume della trilogia di Daevabad, pubblicato qui in Italia il sedici giugno.


Nahri è un'abile truffatrice e ladruncola che vive per le strade del Cairo, in Egitto. Non ha una famiglia e questo suo impiego illegale la aiuta a mantenere quell'indipendenza che non la costringe a prendere marito.

Durante una delle sue truffe, nonostante sia sempre stata convinta dell'inesistenza di qualunque forma di magia, Nahri evoca per sbaglio Dara, un antico guerriero daeva misterioso e arrogante, che le svelerà qualcosa sulla sua identità persa: Nahri sembra essere l'ultima discendente in vita dei Nahid, stirpe di una potente famiglia di guaritori. I due, tra pericoli e incomprensioni caratteriali, intraprendono un viaggio per raggiungere Daevabad, la città di Ottone, essendo costretti ad affrontare creature tanto magiche quanto pericolose e luoghi inospitali...


Vi anticipo subito che questo primo volume mi è piaciuto tantissimo, e nonostante sia appena uscito, già sono impaziente di leggere il secondo.

Non è solo un fantasy: è una storia di passione e ricerca della libertà, in un mondo ambientato in Oriente, impregnato di atmosfere arabeggianti, lingue affascinanti, ma anche di profonde incertezze religiose, tra estremismi e atti di ribellione. La Chakraborty non ci regala solo una storia ricca di elementi magici, ma anche profonde riflessioni su temi come la schiavitù e il ruolo della donna, la violenza e la lealtà nei confronti della propria famiglia. Il tutto è alleggerito dallo stile di scrittura scorrevole e fluido, ma mai banale. L'autrice descrive solo ciò che è necessario, sia ai fini della trama sia per permettere al lettore di immaginare completamente il mondo in cui le avventure di Nahri, Dara e Ali si svolgono. La trama è affascinante: leggendo questo libro ho sempre avuto una sensazione di calore nel petto, un sentimento piacevole che scaturiva proprio da questa lettura. Ho avuto modo di affezionarmi ad alcuni personaggi e di provare antipatia per altri, talmente sono stati caratterizzati bene: era come trovarseli di fronte ogni volta che voltavo pagina. Nahri è proprio una di quelle protagoniste che mi piacciono tanto: dura, testarda, coraggiosa, forse anche impulsiva. Penso che mi regalerà molte soddisfazioni anche nel seguito. Per non parlare di Dara, l'affascinante Afshin, arrogante tanto quanto Nahri: ne vedrete delle belle, a proposito.

Il punto di vista di Nahri si alterna a quello di Ali, altro personaggio chiave, ma il tutto è narrato in terza persona per permettere al lettore di avere una visione più completa degli avvenimenti, e devo dire che funziona benissimo.

Mi sento un po' esasperata dopo aver terminato questa lettura: la me più impulsiva comprerebbe all'istante i restanti volumi da leggere in lingua originale. La mia parte riflessiva, invece, mi ordina di aspettare e pregare Oscar Mondadori che sganci presto il secondo volume.

La trama è, a mio avviso, ben strutturata. Nonostante siano due cose molto diverse, questa struttura mi ricorda un po' la trilogia di Hunger Games: un probabile trio amoroso, le incombenti ribellioni, l'evidente disparità tra i diversi ceti sociali, una ragazza coraggiosa che a volte viene manipolata per un decantato bene supremo, un'eroina che si trova in trappola ma che ogni tanto dovrebbe avere più fiducia in se stessa, e ce lo dimostra. 

Aggiungerei anche che è evidente che la scelta dell'ambientazione e del periodo storico (Egitto, XVIII secolo) non è stata fatta a cuor leggero: l'autrice si è evidentemente documentata, rendendo il contesto storico ancora più affascinante se abbinato alla componente magica.

L'unico appunto che posso fare è che le pagine iniziali mi hanno un po' confusa: tanti nomi da ricordare, in una lingua che chiaramente non conosco. Ma con l'aiuto del glossario e andando avanti con la lettura tutto è presto diventato spontaneo.

Insomma, mi sono innamorata, devo ammetterlo.

Ora le mie aspettative rispetto agli altri due volumi della trilogia sono elevatissime, e io non vedo l'ora di scoprire se verranno soddisfatte o meno.


Se volete discutere di questa lettura, vi aspetto sul mio profilo Instagram!


Dalila May

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