martedì 21 luglio 2020

Review Party - Recensione: Middlegame di Seanan McGuire



Ciao lettori!

Oggi vi parlo di Middlegame, scritto da Seanan McGuire e tradotto da Benedetta Gallo, edito da Oscar Mondadori che ringrazio per avermi dato la possibilità di organizzare questo evento virtuale.

 


Trama.

Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell’universo.

Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica.

I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto non ancora.

E poi c’è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro “padre”. Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé.

Diventare “dei in Terra” è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.

Recensione.

Già durante la lettura delle prime pagine, a primo impatto un po’ confusionarie, sono stata immersa in un’atmosfera cupa, sinistra e assolutamente misteriosa.


Uno dei primi personaggi con cui ci interfacciamo è James Reed, uno dei principali antagonisti di questa macabra e particolare storia. Reed è un alchimista, creato dalla più grande alchimista di tutti i tempi, Asphodel Baker, il 31 ottobre 1886. Ebbene sì, James Reed altro non è che un mero costrutto, costituito da parti di diversi cadaveri secondo le leggi dell’alchimia. Asphodel crea questo essere per servirla nel suo scopo: raggiungere la Città Impossibile.


Ma di cosa si tratta? La Città Impossibile simboleggia quel luogo in cui vige il massimo potere, un luogo dal quale poter controllare il mondo, che è possibile raggiungere grazie alla manifestazione della Dottrina. Essa rappresenta l’equilibrio perfetto tra matematica e linguaggio. Ciò che di epoca in epoca è stata definita Olimpo, Avalon, Isola dei Morti. Insomma, la sede del potere assoluto.

Ma mentre Asphodel vuole arrivare alla manifestazione della Dottrina per instaurare sul mondo un bene supremo, James la pensa diversamente. Ed è così che quest’ultimo uccide la sua creatrice e padrona (che durante la sua lunga vita ha celato le proprie teorie all'interno di una serie di romanzi per bambini, Oltre il muro che affaccia sul bosco), dando inizio ad una ricerca lunga e disperata. Il suo scopo è quello di incanalare la potente Dottrina all’interno di due individui, dividendo per l’appunto matematica e linguaggio. Inizia così a generare vere e proprie generazioni di gemelli: i suoi tentativi per separare la Dottrina dell’Ethos in due parti distinte e renderla controllabile e gestibile.

Ed ecco che tra i suoi tentativi veniamo a conoscere Roger e Dodger, i due eroi imperfetti di questa storia intricata.


La lettura di questo romanzo non è semplice, ma è del tutto coinvolgente. La scrittura è scorrevole e tra un capitolo e l’altro troviamo sempre citazioni collegate ai contenuti dei capitoli stessi, cosa che però non spezza il ritmo del romanzo, ma anzi, lo rende più leggero.

La gente che si riempie la bocca con frasi tipo “pietre e bastoni possono rompermi le ossa, ma le parole non mi fanno del male” non capisce che le parole possono essere pietre, pesanti, aguzze, pericolose e capaci di provocare dolore quanto qualunque oggetto contundente.

Le parole possono essere sparate come una raffica di proiettili quando nessuno guarda, e non lasciarsi dietro sangue o lividi. Le parole scompaiono nel nulla. Ecco perché sono così potenti. Ecco perché sono così importanti. Ecco perché sono così dolorose.

Un perfetto mix tra Il meraviglioso Mago di Oz di Baum e Frankenstein di Mary Shelley, caratterizzato da ambientazioni suggestive, magiche e tetre allo stesso tempo. I due protagonisti sono due individui, che sebbene non abbiano molto di umano biologicamente parlando, ne hanno molto emotivamente parlando: soffrono, piangono, gioiscono, ridono come tutti i loro coetanei. Sono consapevoli di essere speciali: Dodger una mente matematica geniale, Roger perso tra le sue letture e la sua proprietà di linguaggio. Tuttavia, ignorano entrambi quanto effettivamente lo siano. Nonostante il loro primo contatto avvenga in una maniera decisamente fuori dal normale: possono sentire la voce del proprio gemello nella mente, possono guardare ciò che guarda l’altro, pur essendo a chilometri di distanza. Lo definiscono un legame quantico. Capiscono di essere legati tanto nella vita quanto nella morte quando Dodger decide di tentare di morire. Se muore uno, muore anche l’altro.

«No» dice; si avvicina, elimina lo spazio che li divide. Lei gli appoggia la testa sulla spalla, e mai posizione è stata più perfetta; mai evento più imprescindibile. Ogni cosa è perfetta. Ogni cosa è condannata.

Un rapporto intervallato da momenti di profonda complicità, ad anni di ingombrante silenzio, rende ciò che c’è tra Dodger e Roger del tutto verosimile. Ognuno con le proprie debolezze, sentono però di essere legati in maniera indissolubile, sino a quando capiscono che il loro particolare rapporto è dovuto al fatto che sono gemelli. I due sono stati adottati e sanno di esserlo, ma quando si vedono per la prima volta di persona, notano le inevitabili somiglianze.

Abbiamo poi degli antagonisti caratterizzati perfettamente: niente empatia, la ricerca del potere, la passione incontrastata per la distruzione.

Persino i personaggi secondari sono caratterizzati non superficialmente: degno di nota, secondo me, è il personaggio di Erin. Anch’essa un costrutto, creato dalla seconda grande antagonista, Leigh. Viene privata della sua metà perfetta, suo fratello, il Caos. Lei è Ordine. Caos e Ordine sono complementari: l’uno non può esistere senza l’altro. Erin sopravvive alla morte dell’amato fratello, ma coverà per tanti anni una sete di vendetta nei confronti di Leigh e Reed, sete che la porterà a tradire i suoi padroni per aiutare Roger e Dodger a manifestarsi per combattere il Male.

Brucerà tutto.

Prima che le fiamme la raggiungano chiude gli occhi. Ecco Darren che le sorride a braccia tese, offrendosi di condurla in un posto lontano, un posto migliore, dove potranno stare insieme. 


Un romanzo caratterizzato da una trama a dir poco geniale, strutturata nei minimi particolari: l’autrice ha saputo rendere le descrizioni delle diverse linee temporali assolutamente chiare, nonostante la confusione iniziale. Certo, consiglio una grande concentrazione durante questa lettura. Sì, abbiamo magia, abbiamo alchimia, strani viaggi nel tempo, che però sono accompagnati da profonde conoscenze, fisica quantistica, matematica, relatività.


Un libro che mi rimarrà per sempre nel cuore, soprattutto per il profondo spazio dedicato al rapporto tra un fratello e una sorella, alla loro emotività e psicologia. Due individui che si amano incondizionatamente, che si perdonano, si lasciano e poi si ritrovano. Sì, si ritrovano sempre. Nonostante tutto ciò che hanno passato nelle loro molteplici vite, perché loro due sono la loro unica e vera famiglia.

Vi consiglio assolutamente di leggerlo, posso dire a gran voce che si tratta di uno dei più bei libri letti negli ultimi anni, e sono felice di comunicarvi che si tratta del primo volume di una serie di libri.

Trovate la recensione anche su Amazon, Goodreads e Instagram.

Potete leggere le altre recensioni sugli altri blog partecipanti!

Dalila May



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