martedì 9 marzo 2021

Nuova sezione: cinema coreano e kdrama


Buongiorno lettori e lettrici!

Oggi ho il piacere di presentarvi una nuova sezione del blog, quella dedicata alla televisione e al cinema coreani.

TV: Il drama coreano (한국드라마han-guk deurama) o k-drama è un formato di serial televisivo sudcoreano simile ai dorama giapponesi, ma da essi distinto: è generalmente più lungo rispetto alla produzione nipponica e tratta, per la maggioranza dei casi, temi drammatici, romantico-sentimentali, raramente scolastici, a volte comici.

I drama coreani sono estremamente popolari in tutto il mondo, in parte a causa della diffusione dell'"onda coreana" (한류Hallyu), cioè la diffusione della cultura coreana all'estero, con servizi di streaming che offrono sottotitoli in più lingue, adattamenti in tutto il mondo, e inoltre hanno un impatto comportamentale e culturale su altri paesi.

CINEMA: Dalla fine degli anni novanta il cinema della Corea del Sud ha attraversato una fase di risveglio: nel 2005 il numero di film coreani distribuiti nelle sale era superiore a quello dei film stranieri, mentre numerose opere sono state distribuite in occidente e hanno ottenuto risultati lusinghieri nei festival cinematografici internazionali.

Fonte: WIKIPEDIA


Ebbene sì, sono caduta anche io nel tunnel dell’onda coreana: lasciate da parte i pregiudizi, o voi che leggete, perché sgomberare la mente è la chiave per apprezzare la particolarità della sceneggiatura, della regia, della fotografia, della produzione e della post-produzione coreane. Che sia cinema di alto livello (come non citare il recente Parasite?) o serie TV leggere, i sud-coreani riescono ad accontentare una fetta elevata di pubblico: adolescenti o adulti, è quasi impossibile non apprezzare ciò che rende queste produzioni così uniche.


Per quanto riguarda le produzioni televisive, ovvero i tanto acclamati kdrama, non posso non citare recenti successi planetari come It’s Ok To Not Be Ok, che vede come protagonisti il grande Kim Soo-Hyun e la bravissima Seo Ye-Ji, o ancora Crash Landing On You e Memories of the Alhambra, con il talentuoso Hyun Bin.


La scrittura che caratterizza i drama è sorprendente, condita di quella dose di ironia tipica della cultura sud-coreana, senza tralasciare drammi e potenti colpi di scena. I temi sono quasi sempre: la dicotomia tra poveri e ricchi, potere e debolezza, invidia e altruismo; mentre i protagonisti sono spesso persone che condividono il medesimo trauma o esperienza infantile. Mentre la struttura si ripete quasi costantemente in ogni drama, ciascuna trama sorprende per la propria originalità. Di fatto, le serie tv coreane non sono libere dagli stereotipi, ma gli scrittori e le scrittrici danno libero sfogo alla propria fantasia, sfornendo prodotti variegati e per ogni tipo di spettatore: dal fantasy al romantico, dal drammatico al comico, dal fantascientifico allo storico, ce n’è per tutti i gusti.


A sorprendere, però, non sono solo i contenuti di qualità, ma anche e soprattutto l’estetica quasi sempre perfetta. Il visual ha molta importanza ed è curato nei minimi dettagli, donando allo spettatore una fotografia caratteristica nello stile sud-coreano.

Ma parliamo adesso di cinema, forse più vicino agli spettatori occidentali grazie alla potente distribuzione che permette quasi sempre il doppiaggio (cosa che invece non avviene ai drama, sempre sottotitolati ma mai doppiati).


Nel 2019 usciva nelle sale un film coreano che ha ben presto rubato la scena ai colleghi americani: sto parlando di Parasite, film-rivelazione del regista Bong Joon-ho, vincitore di innumerevoli premi, tra i più importanti l’Oscar al miglior film, la Palma d’oro, l’Oscar al miglior regista.

Si tratta di un film che rispecchia appieno lo stile coreano di cui parlavo sopra: un mix di suspense, thriller, commedia e dramma che spazza via in un paio d’ore tutte le certezze che ci si costruisce in una vita di visione di film occidentali.


Meno recente, invece, il capolavoro Old Boy, il quale sebbene sia evidentemente più datato nella qualità della fotografia, risulta comunque impossibile non definirlo geniale.

Vorrei parlarvi nel dettaglio di ogni aspetto tra quelli che mi hanno colpito della produzione sud-coreana, ma sarebbe impossibile farlo in un unico articolo. Proprio per questo, ho deciso di dedicare uno spazio del blog e della pagina Instagram alla condivisione delle mie analisi oggettive e soggettive di tutto ciò che ho già guardato e guarderò.


Spero che l’idea vi piaccia e che questo articolo vi abbia incuriosito almeno un po’.

Vi aspetto su Instagram o tramite email e commenti per discuterne!

Ilaria

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