martedì 31 ottobre 2023

Recensione: “L’eco dei sogni” di Andrea Moretti

 



Scheda tecnica.


Titolo: L’eco dei sogni

Autore: Andrea Moretti

Genere: Narrativa

Editore: VJ Edizioni (Collana Assi del Palco)


Trama.


Stelio Ermioni, ragazzo anticonformista con grandi interessi artistici e arroganti velleità letterarie, è un sognatore solitario, disilluso dal mondo e dalle sue vicende sentimentali. Nonostante l’odio che nutre verso la piccola e mediocre realtà del suo paese, Stelio decide improvvisamente di aprirsi a quel mondo che disprezza, di lanciarsi nell’esperienza mondana e di interagire con persone fortemente distanti dai suoi interessi e dalla sua interiorità, arrivando a rinnegare i suoi vecchi modelli e il suo precedente stile di vita. Proprio grazie a una breve e intensa relazione con una ragazza, conosciuta a un ballo in maschera, il ragazzo intraprende un lungo percorso di maturazione artistica, alla fine del quale giunge finalmente a comprendere l’anacronismo dei modelli a cui si ispirava e a capire il vero significato del vivere moderno: del sentimento di vuoto, frenesia e leggerezza che lo contraddistingue.
In un cammino spirituale, che si dipana fra dialoghi sospesi, richiamanti l’antico, e situazione surreali, il protagonista compie un viaggio introspettivo dentro se stesso, confrontandosi parossisticamente con le sue insicurezze, e gettandosi nel mezzo di una relazione totalitaria e idealizzata, da cui ne uscirà decisamente più maturo.


Recensione.


Entrato di diritto nella lista dei titoli che più vi consiglio di recuperare, “L’eco dei sogni” di Andrea Moretti è un piccolo gioiello di carta e parole che apprezzerete affrontandolo senza pregiudizi e con la mente aperta.

La scrittura di Moretti si riconferma fluida e scorrevole, ma in un contesto molto diverso da quello che troviamo nel suo precedente lavoro, “Purple cat”. Se in quest’ultimo, infatti, abbiamo l’opportunità di leggere una serie di racconti horror-pulp che vi consiglio, la storia narrata ne L’Eco dei sogni si presenta in forma di opera teatrale divisa in cinque atti, e si allontana dal genere precedentemente affrontato dall’autore. Tuttavia, rimane un fil rouge tra le due opere, forse tratto distintivo dei temi trattati dall’autore.

Il protagonista di questa vicenda, Stelio, ci porta attraverso i dialoghi che intrattiene con i vari personaggi, nel proprio viaggio alla scoperta di se stesso e degli altri, un viaggio introspettivo fatto di incertezze riguardo il presente, il futuro e il mondo che lo circonda, in cui è costretto a vivere, sopravvivere. Odia il suo paese e odia la maggior parte della gente che trova superficiale, vuota, per nulla interessante. Che bello riuscire a immedesimarsi in un personaggio tenuto in vita dalla penna dell’autore grazie solo alle riflessioni che ci offre! Essendo infatti un’opera teatrale, le uniche descrizioni che abbiamo dei personaggi sono inserite all’interno dei dialoghi stessi. Ciò vale anche per le ambientazioni, che sono riuscita a immaginare perché introdotte tra una scena e l’altra. 

Sono stata rapita dalla poeticità dei dialoghi e dalla profondità delle riflessioni che, nello stile, mi hanno tanto ricordato il mio caro vecchio Wilde (tra l’altro, più volte citato nell’opera; menzione d’onore per aver citato non solo Oscar Wilde, ma anche il suo De Profundis: in assoluto una delle mie opere-lettere preferite).

Un libro breve, che come anticipato dalla prefazione, va assaporato in ogni sua parte. Ho avuto bisogno, a volte, di allontanarmi dalla lettura per qualche istante. Sentivo la necessità di pensare a ciò che avevo appena letto, prima di proseguire.

Posso dire di essermi sentita meno sola e, soprattutto, di essermi sentita parte integrante nonostante sia stata solo una lettrice e spettatrice esterna, nel percorso di crescita che Stelio ha intrapreso dopo aver conosciuto Erica e nei confronti altalenanti di pensieri e ideali con tutti gli altri giovani citati nelle varie scene, in particolare il suo amico Giovanni.

“L’eco dei sogni” è uno scritto magnifico, che consiglio anche se non siete abituati alle opere teatrali. Difatti, questa è la mia seconda volta, quindi non sono affatto esperta. Eppure, non ho trovato difficoltà nella lettura, anzi! 

Ricco di enfasi e, come dice il titolo, caratterizzato da un’atmosfera quasi onirica, quel fil rouge che ho citato all’inizio che lega a mio avviso “L’eco dei sogni” a “Purple cat” sembra essere quel malessere interno al proprio io nei confronti di una società di cui è difficile sentirsi parte.

La necessità di leggerezza è quello che più traspare, in un mondo fatto di superficialità da un lato e di arte e letteratura per pochi dall’altro, un mondo a volte poco affine a chi, come Stelio, sente di non essere adatto, sente di essere troppo per quel poco che c’è. Perché se lui si aggrappa all’arte, alla letteratura, alla filosofia, la gente che ha intorno sembra accontentarsi del “poco”. Sembra forse lo specchio di una società che ormai premia l’immediato, si ferma alla superficie e mette da parte ciò per cui ci sarebbe la necessità di soffermarsi per più di qualche secondo, ciò che ha bisogno di riflessione, calma, tempo e spazio per essere davvero compreso, apprezzato.

Concludo questa mia umile lettura dell’opera con una delle tante citazioni che mi hanno dato modo di riflettere su me stessa e sul mondo in cui vivo, in cui anche io, a volte, mi sento estranea.


STELIO Me ne stavo da solo: quando non si conosce cosa si vuole bisogna trovarsi. Ci vuole tempo. Ero occupato a volare.


ERICA E ti sei trovato?


STELIO Mi sto cercando in altri posti. […]


Grazie all’autore, Andrea Moretti, che nuovamente ha deciso di dare fiducia al mio blog.



Recensione a cura di Ilaria

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