giovedì 4 giugno 2020

Recensione: Un Destino diverso

UN DESTINO DIVERSO
dell'autore Dan Ruben

Premessa.
Ho avuto la possibilità di leggere questo romanzo grazie alla collaborazione con la collana editoriale Io Me Lo Leggo Editore che me lo ha gentilmente inviato, cosa che comunque non influenzerà il mio giudizio riguardo la qualità dello stesso.
Si tratta di un romanzo di genere thriller, che tra le proprie pagine ci presenta la storia di un amore complesso, che si evolve con ritmo incalzante nell'Europa dell'Est. Un romanzo in cui violenza e crudeltà imprigionano l'innocenza di una bambina, condannandola ad una vita di sofferenza e divorando pian piano la sua anima.

Trama.
Bielorussia. Due ragazzini, Alexander e Dominica, durante una notte silenziosa tentano una fuga disperata dall'orfanotrofio di Orsha, per permettere alla bambina di sfuggire all'adozione da parte di una famiglia che proprio non le piace. Tuttavia, un incidente divide i due, costringendo Alexander a scappare con il senso di colpa di aver abbandonato e perso per sempre la sua dolce Dominica. Il ragazzo si ritrova senza cibo o soldi in un luogo che non conosce, la Polonia, dove giunge saltando su un treno in corsa. Proprio in questo paese sconosciuto viene accolto da un uomo e una donna che gli regalano una vita serena, accudendolo come un figlio. Ma Alexander proprio non riesce a dimenticare il viso di Dominica, e un giorno, per puro caso, fa una scoperta che lo spingerà a intraprendere un viaggio pericoloso, rischiando la sua vita e quella delle persone che ama.

Recensione e considerazioni personali.
Sono stata attratta da questo romanzo grazie sicuramente alla sua copertina: molto cruda e diretta, ma che urlava “questo romanzo non è solo un semplice thriller, c'è molto di più”. Non mi sbagliavo.
Tutto ha inizio nel 2009 all'orfanotrofio di Orsha, mentre la neve contribuisce a rendere l'ambientazione del romanzo cupa e misteriosa, ma allo stesso tempo riflette il candore e la sofferenza di quei bambini costretti a crescere tra quelle mura. L'autore ci presenta subito i due protagonisti, Alexander e Dominica, che decidono di fuggire quando quest'ultima conosce la famiglia che desidera adottarla.
Immaginavo che questa fuga disperata non sarebbe andata a buon fine, ma ci ho sperato. Purtroppo, il giovane Alexander, è l'unico tra i due che riesce a fuggire, ma ad un costo davvero alto: inizia a convivere con il senso di colpa, fino a quando qualcosa accade nove anni dopo ai mercati generali di Varsavia.
Mi ha colpito lo stile di scrittura dell'autore: dritto al punto, senza riempire il testo di descrizioni inutili e aggettivi o avverbi di troppo. Un testo pulito, curato, ma anche emozionante. Chi lo ha detto che i thriller non possano emozionare? Un ritmo serrato alternato ai pensieri e ai sentimenti dei vari personaggi, caratterizzati con coerenza e verosimili: mi sono subito sentita legata alle loro storie, tifando per un lieto fine, per la riuscita di piani pericolosi contro gente crudele e senza scrupoli. Bellissimo l'inserimento di alcuni elementi: il rapporto amorevole tra due persone che non hanno avuto la gioia di diventare genitori, ma che si sono riscattati accogliendo un ragazzo sconosciuto con loro, con l'appoggio del loro amato pastore tedesco. Ho avuto i brividi leggendo alcune scene narrate con così tanto trasporto, sia in negativo che in positivo: è dura pensare che al mondo esistano davvero storie del genere, che spesso però non si concludono con la vittoria dei buoni. La maggior parte delle volte sono i cattivi a vincere. Narrato con grande intensità anche il ruolo della donna-oggetto, vista come carne da macello, come mezzo per il raggiungimento del piacere, a volte anche tramite le più crudeli azioni, e nulla più.
Un romanzo completo, in cui il destino, che ci si creda o meno, agisce come se fosse un'entità invisibile per aiutare coloro che hanno sofferto a recuperare la propria vita. Ci sarebbe qualche riflessione da fare, ad esempio: siamo noi artefici del nostro destino? O è qualcosa di molto più grande a guidare le nostre scelte?
Un romanzo avvincente che merita di essere letto assaporando ogni singola pagina, mentre si è accompagnati dal ritmo del proprio battito cardiaco, che a ogni colpo di scena aumenta provocando sensazioni ed emozioni contrastanti: timore, speranza, compassione, rabbia.
Sono felice di aver scoperto quest'autore: consiglio la lettura a chiunque voglia affrontare una storia difficile, cruda, durante la quale è necessario continuare a sperare nel lieto fine per non arrendersi alla sofferenza di un'esistenza difficile.

Alcune frasi da ricordare...

Anna si augurava che Alexander riuscisse a capirlo; gli anni cambiano le persone e molto spesso cancellano o modificano i ricordi, lei lo sapeva, sapeva che niente nella vita resta come lo hai lasciato [...]”

[...] Lasciò il cane, riprendendo ad occuparsi della piantina: «Vai da mamma», disse, «ha più bisogno lei di te, ora». Black ubbidì, incamminandosi verso la fattoria, pur continuando di tanto in tanto a voltarsi come a cercare qualcuno che non c'era più.”

Una casa, per reggere, ha bisogno di fondamenta forti e ben piantate nel terreno: le fondamenta sono il passato di ogni uomo [...]”

Qualche volta il destino assomiglia ad una tempesta, che cadendo incessantemente cambia il paesaggio così come all'improvviso, a volte, cambia la vita.”

Contatti utili:

Dalila May

Nessun commento:

Posta un commento

Recensione: "Milano Fashion Zombie" parte 1 di Irene Caltabiano, Riccardo Iannaccone; Disegni: Alessandro "Kalico" Grosso.

  Edito: Kall Edizioni Trama   Trovarsi nel bel mezzo di un'apocalisse zombie non capita tutti i giorni. E se il morbo esplodesse in...