Recensione “Thunderhead”
Editore: Mondadori
Collana: Fantastica
ISBN: 9788804729754
396 pagine
Prezzo: € 20,00
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2020
Blog Partecipanti:
Appunti di un lettore compulsivo
[Lettura in collaborazione con Mondadori]
Trama.
In un mondo che ha sconfitto fame, guerre e malattie, le falci decidono chi deve morire. Tutto il resto è gestito dal Thunderhead, una potentissima intelligenza artificiale che controlla ogni aspetto della vita e della società. Tranne, appunto, la Compagnia delle falci.
Dopo il loro comune apprendistato, Citra Terranova e Rowan Damisch si sono fatti idee opposte sulla Compagnia e hanno intrapreso strade divergenti.
Da ormai un anno Rowan si è ribellato ed è fuggito, diventando una vera leggenda: Maestro Lucifero, un vigilante che mette fine alle esistenze delle falci corrotte, indegne di occupare la loro posizione di privilegio. Di lui si sussurra in tutto il continente.
Ormai divenuta Madame Anastasia, Citra è una falce anomala, le sue spigolature sono sempre guidate dalla compassione e il suo operato sfida apertamente il nuovo ordine. Ma quando i suoi metodi vengono messi in discussione e la sua stessa vita minacciata, appare evidente che non tutti sono pronti al cambiamento.
Il Thunderhead osserva tutto, e non gli piace ciò che vede. Cosa farà? Interverrà? O starà semplicemente a guardare mentre il suo mondo perfetto si disgrega?
Recensione.
Il secondo volume della Trilogia delle Falci è diverso dal primo, in quanto appare una nuova voce all’interno della narrazione, ovvero l’intelligenza artificiale che governa il mondo: il Thunderhead, l’evoluzione del Cloud. Credo sia molto interessante affrontare il suo punto di vista, quasi come fosse un personaggio reale, come Citra e Rowan.
Da quando Citra è diventata Madame Anastasia e Rowan si fa conoscere come Maestro Lucifero, la situazione all’interno della Compagnia delle Falci appare peggiorata: più confusione, più incertezza, una sempre maggiore divisione tra le Falci della vecchia guarda e quelle del nuovo ordine.
La differenza tra le due “fazioni” diviene sempre più evidente, così come il fatto che il nuovo ordine faccia gola a molte Falci non ancora schierate.
Citra sa di essere molto importante per il futuro della Compagnia, anche se ancora non capisce in che modo. Rowan, invece, deve agire nell’ombra: nonostante creda fermamente nei suoi ideali, è combattutto. Le sue azioni potrebbero davvero aiutare la Compagnia delle Falci, che però lo ritiene il nemico da eliminare?
Citra è l’unica a credere in Rowan, le cui azioni vengono messe in discussione persino da Maestro Faraday: non perché quest’ultimo ritenga che siano sbagliate, ma perché, fondamentalmente, sa che le Falci corrotte sono sempre di più, e Rowan, da solo, non potrà cambiare le cose.
Devo dire che ho trovato la prima metà del volume un po’ più statica rispetto al primo libro, e questo mi ha rallentato nella lettura, inizialmente. Tuttavia, la situazione si è ribaltata nella seconda metà. I colpi di scena hanno mantenuto alta la tensione, incuriosendomi sempre di più. I dettagli, sparsi nel corso della lettura, sono stati geniali per comprendere bene gli avvenimenti delle ultime pagine.
Ho amato lo stile di scrittura dell’autore già nel primo libro, cosa che si conferma anche in questo secondo volume. Ho già accennato all’inserimento del punto di vista del Thunderhead, che mi ha dato modo di portare le mie riflessioni anche oltre il contesto dell’universo narrativo di questa trilogia.
Un altro aspetto che mi ha positivamente sorpreso è stato l’inserimento di un nuovo personaggio, Greyson: inizialmente appare piuttosto tiepido e indifferente nello svolgimento della trama, invece, andando avanti, l’ho scoperto essere uno dei miei personaggi preferiti. Tanti aspetti di lui mi hanno colpito: la tenacia, nonostante tutto, il senso di appartenenza, la sua fiducia ma anche la sua lealtà nei confronti del Thunderhead (nonostante abbia pensato più di una volta di essere stato abbandonato da quest’ultimo, la consapevolezza di essere stato scelto per combattere una guerra in incognito l’ha spinto a non abbandonarsi alle debolezze). Protagonista assoluto, assieme al Thunderhead, dell’epilogo, promette un terzo capitolo di questa trilogia degno di nota.
A proposito dell’epilogo: mi ha spezzato, mi ha fatto piangere, pensare e riflettere.
Nonostante sia una trilogia che mette al centro la tematica della morte, questa storia trasuda vita da ogni pagina. Come nel primo libro, i temi trattati sono forti: c’è violenza, molta, l’accettazione della morte in un mondo in cui la mortalità è stata ormai sorpassata.
La capacità dell’autore e il successo dei libri credo stia proprio nel fatto che ha creato un universo che sembra reale, nonostante l’assurdità. Ho molto apprezzato il fatto che, per una volta, ci venga presentato un mondo che viene salvato dalla tecnologia, d’altronde è proprio il Thunderhead a muovere i fili dell’umanità. N0n nel senso stretto del termine: il Thunderhead, infatti, si prende cura dell’uomo in svariati modi, ma gli lascia la libertà. Se nel primo libro conosciamo ed entriamo in confidenza con la Compagnia delle Falci, nel secondo libro abbiamo modo di conoscere il Thunderhead e capire che, anche in un mondo in cui la mortalità non esiste, l’uomo rischia comunque di cedere alle proprie debolezze.
Recensione a cura di Ilaria
La mia lettura è stata più meno la stessa, ho provato quasi le stesse sensazioni. La staticità che hai notato nella prima metà l'ho sentita anche io ma per poche pagine solo, poi è stato tutto un crescendo fino ad un epilogo straziante. Mi è piaciuto tantissimo e promette scintille nell'ultimo capitolo. E' stato interessante approfondire la figura del Thunderhead e di come sembra avere una coscienza nonostante il suo essere intelligenza artificiale.
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