lunedì 23 novembre 2020

Recensione: "Raven Boys" di Maggie Stiefvater

 


Scheda tecnica. 

Autrice: Maggie Stiefvater

Editore: Rizzoli 

Collana: Ragazzi 

Prezzo cop. rigida: 16.00 € (scontato su Amazon al momento 5,40 €)

Pagine: 414 

The Raven Cycle #1

 

Trama.

È la vigilia di San Marco, la notte in cui le anime dei futuri morti si mostrano alle veggenti di Henrietta, Virginia. Blue, nata e cresciuta in una famiglia di sensitive, vede per la prima volta uno spirito e capisce che la profezia sta per compiersi: è lui il ragazzo di cui s’innamorerà e che è destinata a uccidere.

Il suo nome è Gansey ed è uno dei ricchi studenti della Aglionby, prestigiosa scuola privata di Henrietta i cui studenti sono conosciuti come Raven Boys, i Ragazzi Corvo, per via dello stemma della scuola, e noti per essere portatori di guai. Blue si è sempre tenuta alla larga da loro, ma quando Gansey si presenta alla sua porta in cerca di aiuto, pur riconoscendolo come il ragazzo del destino non può voltargli le spalle.

Insieme ad alcuni compagni, Gansey è da molto tempo sulle tracce della salma di Glendower, mitico re gallese il cui corpo è stato trafugato oltreoceano secoli prima e sepolto lungo la “linea di prateria” che attraversa Henrietta. La missione di Gansey non riguarda solo un’antica leggenda, ma è misteriosamente legata alla sua stessa vita. Blue decide di aiutare Gansey nella sua ricerca, lasciandosi coinvolgere in un’avventura che la porterà molto più lontano del previsto.

 
Recensione.

Raven Boys è tutto ciò che non ci si aspetterebbe leggendo la trama.

Non solo è intriso di magia e mistero, ma Blue non è l’unica protagonista della storia e, quello che pare essere il suo destino – ovvero uccidere con il proprio bacio l’amore della sua vita – appare solo come situazione di contorno (almeno, in questo primo libro).

Blue è la figlia di una veggente, ma non possiede il medesimo dono della madre. Quello che invece riesce a fare è, inconsapevolmente, ampliare sensazioni ed energia.

È per puro caso che conosce Gansey, con cui avrà un legame ancora prima di incontrarlo fisicamente, insieme alla sua strana banda di amici.

Gansey è un ragazzo ricco, che studia alla Aglionby, scuola privata, proprio come i suoi amici. Ma il motivo per cui si trova a Henrietta è la sua ricerca di Glendower. Vuole risvegliare le linee di prateria e trovare così, una volta per tutte, Glendower, figura che lo ha portato in giro per il mondo.

Adam è il contrario di Gansey: povero, con una famiglia disagiata, maltrattato dal padre, lavora per potersi permettere la Aglionby e, di conseguenza, un futuro migliore.

Ronan ha perso il padre e non si è mai ripreso da quando è successo. I voti sono bassi e rischia l’espulsione; a questo si unisce il disastroso rapporto con il fratello, che spesso lo porta a prendere decisioni poco responsabili.

Gansey e Ronan vivono insieme a Noah, che risulterà essere uno dei miei personaggi preferiti. Di lui non si sa molto, se non che sul viso ha una caratteristica macchia.

La situazione centrale è proprio quella della ricerca intensa da parte di Gansey e dei suoi amici – Ronan, Adam, Noah – delle linee di prateria (anche conosciute come sentieri funebri) e Glendower.

Se vi spiegassi tutto nei minimi dettagli vi toglierei quella sensazione surreale della scoperta che mi ha accompagnata soprattutto nella lettura della seconda metà del romanzo.

L’autrice ha creato una storia ricca di dettagli che vivono tra le pagine in armonia con i personaggi, caratterizzati più che bene.

Nonostante la prima metà del libro risulti un po’ lenta (motivo per il quale ho dato 4 stelle anziché 5 su Goodreads), è essenziale per entrare in empatia con la trama e con i protagonisti. Ci vengono dati dettagli che solo dopo risulteranno chiari nel contesto narrato. Tra i personaggi ho amato tutti, ho apprezzato persino l’antagonista di questo primo volume.


Recensione a cura di Ilaria

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