domenica 14 febbraio 2021

Blog Tour: “Tutto può accadere a San Valentino” di Ilaria Militello


Buongiorno lettori e lettrici!

Oggi ho l’onore di poter dare il via al blog tour dedicato alla nuova opera di Ilaria Militello, autrice con cui ho già avuto il piacere di collaborare.

Vi lascio di seguito tutte le info riguardanti questa nuova uscita e, a seguire, in esclusiva il primissimo capitolo di “Tutto può accadere a San Valentino”.


Scheda tecnica.

Titolo: Tutto Può Accadere A San Valentino

Autrice: Ilaria Militello

Genere: Rosa

Editore: Flying Book (Pubme)

Data Di Uscita: 10 Febbraio

Prezzo Cartaceo: N/D

Prezzo Digitale: 0,99

Kindle Unlimited: Sì

 

Trama.

«Cioè, fammi capire bene, andrai a Hollywood per quale motivo?»

«Un regista ha letto il mio romanzo e vuole farlo diventare un film». È davvero assurdo, ripeterlo ad alta voce è così strano, nonostante io lo desideri da tanto tempo.

La vita può cambiare in un attimo, ciò che per tanto tempo è stato un sogno all'improvviso diventa realtà. Succede che fai quel passo, allunghi la mano e tutti i tuoi desideri non sono più solo quel qualcosa che ti tiene sveglio di notte, che ti tormentano.

È quello che accade a Bella, da un giorno all'altro la sua vita viene stravolta, è bastata una e-mail e si è ritrovata nella bella e assolata Los Angeles, per conoscere il regista che realizzerà quel sogno che l'ha sempre fatta sorridere e piangere.

Quello che Bella non sa è che, questa opportunità, non le porterà solo soddisfazione e la svolta che tanto aspirava, ma anche l'amore. Ed Ethan dovrà convincerla che restare lì, a Los Angeles, insieme a lui, ne varrà la pena.

Una storia di sogni e d'amore, dove tutto può accadere, soprattutto a San Valentino.

 

«Mi sei entrata dentro Isabella», mi sussurra. Rimango completamente spiazzata. Mente e cuore si zittiscono all'improvviso. Tutto si ferma, non solo il tempo, ma ogni cosa attorno, il traffico, i rumori. Svanisce tutto.

«E non voglio più uscire», dico.



Capitolo 1

“Tutto può accadere a San Valentino” 

Ilaria Militello

 

Non ci credo. Non sta succedendo a me. Continuo a guardare l’email che Luisa mi ha stampato. «Non posso crederci!», esclamo incredula. «Credici invece», mi dice lei sorridendo. Alzo la testa e la guardo con occhi lucidi. «Prepara le valigie, si va a Hollywood!», esclama trionfante. Quando pronuncia quelle ultime parole, qualcosa dentro di me esplode e non riesco più a contenere tutta la gioia. Mi sento travolgere da un mix di emozioni che va dall'euforia, all'incredulità. Sì, perché mi riesce ancora impossibile crederci. Esco di corsa dall’agenzia e salgo sulla bici pedalando veloce verso casa. Dalla mia borsa volano alcuni fogli bianchi. Lo so, dovrei fermarmi a raccoglierli ma in quel momento non posso, devo correre a casa e avvisare mia mamma e poi la mia migliore amica. È tutto assurdo eppure così reale. È quello che voglio e ho sognato da sempre e adesso sta accadendo. Arrivo davanti al palazzo dove abito, lascio andare la bici che si schianta contro il muro, entro dal portone nell’esatto momento in cui una signora esce e riesco, non so come, ad evitarla. Salgo fino al quarto piano e inizio a bussare frenetica contro la porta di casa. Potrei semplicemente prendere le chiavi dalla borsa e aprire, ma il mio cervello connette poco e quando decido di aprirmi da sola, ecco che la porta si spalanca, rivelando il viso trafelato di mia madre. «Bella, che ti succede?», domanda perplessa con occhi sgranati. Entro e mi tolgo la borsa buttandola a terra. «Mamma, tu, non sai... non puoi immaginare cosa mi è successo. A proposito, dov'è Sofia?», domando ansimando. «In camera sua... ma cosa ti è successo?», mi chiede sempre più preoccupata. La guardo e le prendo le mani. Al momento la notizia la devo dare prima a lei, la mia amica può aspettare alcuni secondi. «Tieniti forte... parto per Hollywood», dico e nello stesso momento realizzo che è vero, che finalmente si sta avverando un altro dei miei sogni. «Cosa? Quando? Perché?», domanda stupita lei. «Fra pochi giorni, il tempo per preparare tutto, questo perché un regista ha letto il mio ultimo romanzo e vuole farlo diventare un film. Ci pensi mamma?! Oddio non posso crederci, ho paura che sia tutto un sogno». Mia madre sgrana gli occhi e poi sorride. Sa quanto ci tengo. «Ma... con chi andrai e quanto ci starai?», mi chiede subito dopo, facendosi prendere dalla preoccupazione. «Stop! Prima devo dirlo a Sofia e poi ti spiego tutto» ̧ le dico alzando le mani davanti a lei. È venuto il momento che anche la mia migliore amica riceva la notizia. «È nella sua stanza, dorme», mi dice annuendo. «Ancora?!», esclamo. Mi avvio verso la sua stanza, ultimamente il lavoro la sta tenendo parecchio occupata. Dorme poco e a casa la vediamo ancora meno. Si è trasferita da noi due anni fa, quando i suoi hanno deciso di divorziare. Sua madre è partita per Parigi, è andata a vivere da una sua cugina, mentre suo padre si è risposato dopo pochi mesi e siccome la nuova matrigna non è di suo gradimento le abbiamo offerto di vivere con qui. È bello averla sempre qui con me. Se sono qui oggi, a credere ancora nei miei sogni è solo per merito suo. Mi ha sempre spronata e incoraggiata fin dai tempi del liceo. Durante le mie crisi, mi ha sempre lanciato una corda lungo il pozzo in cui alle volte mi lasciavo sprofondare. Non mi ha mai mollata e mai giudicata, è quella sorella che avrei sempre voluto avere. «Sofia», la chiamo piano e mi siedo sul suo letto muovendola con dolcezza. «Sveglia». Lei mugugna qualcosa e poi mi spinge via facendomi alzare dal letto. Sbuffo e la scuoto di nuovo, ma con più vivacità. «Bella, accidenti, spero che sia importante il motivo per cui mi stai svegliando», mi dice sbadigliando e mettendosi a sedere. «Non ci crederai mai cosa mi è successo! Questa mattina ho avuto una notiziona!», Lei mi guarda con occhi ancora assonnati. Sono certa che sta tentando di far partire il suo sistema nervoso per recepire le mie parole. «So che salterai di gioia quando te lo dirò», aggiungo sempre più emozionata. «E?», mi domanda impaziente. Resto alcuni secondi in silenzio, giusto per farla fremere ancora un po' e poi sgancio la bomba. «Fra pochi giorni partirò per Hollywood». Mi fissa sbattendo le palpebre. All'inizio non sono certa che ha capito. «Ripetilo, dov'è che vai? Hai forse detto a Hollywood?» Annuisco con un sorriso che sono certa sia da ebete. La mia amica sgrana gli occhi e mi fissa come se davanti a lei ci sia una qualche creatura mitologica. «Cioè, fammi capire bene, andrai a Hollywood per quale motivo?» «Un regista ha letto il mio romanzo e vuole farlo diventare un film». È davvero assurdo, ripeterlo ad alta voce è così strano, nonostante io lo desidero da tantissimo tempo. «Aspetta, ma stai scherzando?!» Esclama lei. «Certo che no, ti pare scherzerei su una cosa simile?!» Sofia scende giù dal letto ed esplode in un urlo che mi spaventa. Non me lo aspettavo. Mia madre piomba in stanza preoccupata. «Che succede?», domanda guardandoci spaventata. «Nulla, le ho solo detto della novità». Alza gli occhi e sospira. È abituata alle nostre pazzie. Esce e ritorna in cucina, mentre Sofia mi dice che si deve festeggiare e lo fa accendendo lo stereo. Ci mettiamo a saltare come fossimo ancora due bambine. Ridiamo e cantiamo a squarcia gola, dopo un po' crolliamo esauste e ci stendiamo sul letto. «Non ci credo», dico fissando il soffitto. «Chi lo avrebbe mai detto, io no di certo». «E quando mai hai creduto in te? Mai, nemmeno una volta», mi dice prendendomi in giro, ma ha ragione. Lei è quella che crede in me più di quanto io non faccia mai. «Per questo ho bisogno che mi accompagni», le dico. Sgrana li occhi. «Ma ti sei ammattita? La notizia ti ha scombussolato i neuroni?» «Ti prego Sofia, ho bisogno di te». «Ma Bella, come faccio con il lavoro?» «Chiedi le ferie, in fondo hai così tante ore arretrate, ti prego». La supplico. Mi metto in ginocchio e la guardo con un faccino supplichevole. Rotea gli occhi e sospira. «Dieci giorni, non posso permettermi di più». Esplodo in gioia e l'abbraccio riempiendola di grazie. «Ora vattene e lasciami dormire che questa sera mi aspetta una bella serata, il mio titolare mi farà sputare sangue». Rido ed usco dalla sua stanza. Spero solo che il direttore del ristorante dove lavora non le proibirà di prendersi le ferie, non posso partire senza di lei, il suo sostegno è fondamentale. Se sto vivendo quel sogno, è grazie anche a lei, soprattutto a lei.

 

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