domenica 14 aprile 2024

Recensione: "Milano Fashion Zombie" parte 1 di Irene Caltabiano, Riccardo Iannaccone; Disegni: Alessandro "Kalico" Grosso.

 



Edito: Kall Edizioni

Trama

 

Trovarsi nel bel mezzo di un'apocalisse zombie non capita tutti i giorni. E se il morbo esplodesse in un sacro tempio della moda quale la Milano Fashion Week? Un ex fotografo di guerra, un autista di limousine, una modella con disturbi alimentari, una fanatica fashion blogger, uno stilista snob, un rozzo fattorino e una donna muta, si trovano a essere casualmente compagni di sventura nella lotta per la sopravvivenza. Da un vagone dismesso del padiglione ferroviario, allo squallore delle vie cittadine fino alla ricerca della salvezza sul terrazzo di un edificio, il gruppo dovrà affrontare molte difficoltà. Ma qualcosa non quadra e la verità non sempre risiede in ciò che si percepisce.

Soggetto e sceneggiatura: Irene Caltabiano, Riccardo Iannaccone; Disegni: Alessandro "Kalico" Grosso

 

Recensione

Eccomi qui, pronta a dire la mia sulla mia dose mensile di fumetteria!

“Milano Fashion Zombie” è un fumetto ambientato durante la Milan fashion week, in chiave apocalittica, in un ambiente devastato dagli zombie in cui si lotta per la propria sopravvivenza.. I fatti avvengono subito dopo l’interruzione di una delle sfilate caratterizzanti questo evento mondano famoso in tutto il mondo.

Abbiamo un insieme di personaggi tutti molto diversi tra loro, ognuno con la propria storia: un fotografo, uno stilista, un inserviente, una modella, un autista, una fashion blogger e un personaggio misterioso.

Forse questo mix è la cosa che più ho apprezzato: l’inserimento di vari elementi, background sociali e culturali diversi che dessero una forte caratterizzazione a ciascun personaggio.

Una cosa che ci aiuta a entrare in empatia con loro è l’impostazione data alla narrazione attraverso i vari POV: la situazione interpretata da ognuno di loro assume connotati diversi man mano che il punto di vista cambia, senza mai però risultare incoerente e mantenendo quel fil rouge che li collega tutti.

Di fatto, almeno in questa prima parte, le dinamiche sociali si rispecchiano in queste interazioni forzate tra i sette, che si trovano confinati in uno spazio limitato, costretti volenti o nolenti, a fidarsi l’uno dell’altro.

Questo fumetto, con la narrazione diretta e cruda dei fatti citati, mi è sembrato voler diffondere un messaggio di critica sociale riguardo vari temi: secondo la mia interpretazione, ho captato una critica al mondo della moda, non solo per la scelta di titolo e ambientazione, ma anche in conseguenza a varie situazioni e dinamiche esposte. Ma non è tutto qui; difatti, grazie all’inserimento di personaggi così vari, lo spazio limitato in cui essi si ritrovano per tentare di sopravvivere sembra uno specchio della società odierna in cui temi come classismo, razzismo e alienazione dalla realtà affondano le proprie radici.

mercoledì 10 aprile 2024

Recensione: “Un giorno di calma apparente” di Arwin J. Seaman

 


Ciao a tutti miei cari amanti del thriller!

Ho finalmente portato a termine una bella lettura che, se siete amanti del brivido e della suspense come me, adorerete.

Una chicca per tutti gli amanti del genere: il secondo giallo nordico del misterioso autore italiano che si cela dietro lo pseudonimo di Arwin J. Seaman, intitolato “Un Giorno Di Calma Apparente”.

Ambientata a Liten, questa storia vede come protagonista la web star adolescente Malin Dahlberg, figlia del capo della polizia dell’isola. Malin odia tutti, compreso suo padre, ed è mal vista da tutti gli abitanti dell’isola.

Ma perché quest’odio nei confronti di una ragazzina?

Malin è diventata famosa sul web criticando tutti e soprattutto mostrando i difetti di Liten, l’isola sulla quale è cresciuta e da cui non vede l’ora di allontanarsi una volta maggiorenne. 

Un altro motivo per cui è molto seguita su Internet è la sua abitudine di postare video challenge anche abbastanza pericolosi.

Un giorno, un suo coetaneo abitante dell’isola emula una sua challenge, ma il video finisce in tragedia. Si ipotizza un’incidente, poi un suicidi*. Ma la verità si nasconde dietro intrighi, menzogne, bugie. 

L’autore, grazie alla sua penna arguta e alla capacità di tenerci incollati alle pagine, sviluppa una trama intricata, ricca di colpi di scena e suspense, momenti di brividi e adrenalina alternati ad attimi introspettivi che ci permettono di entrare in empatia con i personaggi, conoscerli e capire al meglio le dinamiche dei legami tra loro.

Lo stile di scrittura è incalzante, dinamico e fluido. Le descrizioni mai pompose, mai noiose. Ho davvero apprezzato l’ambientazione, anche se forse avrei voluto “vedere” più Liten. Ma d’altronde, è il secondo volume ambientato su quest’isola quindi è assolutamente lecito che l’autore si sia concentrato su altro.

Ho letto d’un fiato queste 334 pagine, senza mai annoiarmi e soffrendo una certa impazienza nel momento in cui avrei dovuto staccarmene, quindi è per me una lettura che vale assolutamente e che consiglio a tutti gli amanti del genere, anche a quelli un po’ più giovani che potrebbero apprezzare la tematica dei social network e dei pericoli che ne possono derivare. 

Ho avuto l’opportunità di leggere questo libro in occasione della Readalong organizzata da Tandem, devo dire che condividere la lettura con altre persone è stato davvero stimolante! E poi, con un libro di questo genere, è sempre divertente avere qualcuno con cui confrontarsi su indizi e ipotesi. 


martedì 31 ottobre 2023

Recensione: “L’eco dei sogni” di Andrea Moretti

 



Scheda tecnica.


Titolo: L’eco dei sogni

Autore: Andrea Moretti

Genere: Narrativa

Editore: VJ Edizioni (Collana Assi del Palco)


Trama.


Stelio Ermioni, ragazzo anticonformista con grandi interessi artistici e arroganti velleità letterarie, è un sognatore solitario, disilluso dal mondo e dalle sue vicende sentimentali. Nonostante l’odio che nutre verso la piccola e mediocre realtà del suo paese, Stelio decide improvvisamente di aprirsi a quel mondo che disprezza, di lanciarsi nell’esperienza mondana e di interagire con persone fortemente distanti dai suoi interessi e dalla sua interiorità, arrivando a rinnegare i suoi vecchi modelli e il suo precedente stile di vita. Proprio grazie a una breve e intensa relazione con una ragazza, conosciuta a un ballo in maschera, il ragazzo intraprende un lungo percorso di maturazione artistica, alla fine del quale giunge finalmente a comprendere l’anacronismo dei modelli a cui si ispirava e a capire il vero significato del vivere moderno: del sentimento di vuoto, frenesia e leggerezza che lo contraddistingue.
In un cammino spirituale, che si dipana fra dialoghi sospesi, richiamanti l’antico, e situazione surreali, il protagonista compie un viaggio introspettivo dentro se stesso, confrontandosi parossisticamente con le sue insicurezze, e gettandosi nel mezzo di una relazione totalitaria e idealizzata, da cui ne uscirà decisamente più maturo.


Recensione.


Entrato di diritto nella lista dei titoli che più vi consiglio di recuperare, “L’eco dei sogni” di Andrea Moretti è un piccolo gioiello di carta e parole che apprezzerete affrontandolo senza pregiudizi e con la mente aperta.

La scrittura di Moretti si riconferma fluida e scorrevole, ma in un contesto molto diverso da quello che troviamo nel suo precedente lavoro, “Purple cat”. Se in quest’ultimo, infatti, abbiamo l’opportunità di leggere una serie di racconti horror-pulp che vi consiglio, la storia narrata ne L’Eco dei sogni si presenta in forma di opera teatrale divisa in cinque atti, e si allontana dal genere precedentemente affrontato dall’autore. Tuttavia, rimane un fil rouge tra le due opere, forse tratto distintivo dei temi trattati dall’autore.

Il protagonista di questa vicenda, Stelio, ci porta attraverso i dialoghi che intrattiene con i vari personaggi, nel proprio viaggio alla scoperta di se stesso e degli altri, un viaggio introspettivo fatto di incertezze riguardo il presente, il futuro e il mondo che lo circonda, in cui è costretto a vivere, sopravvivere. Odia il suo paese e odia la maggior parte della gente che trova superficiale, vuota, per nulla interessante. Che bello riuscire a immedesimarsi in un personaggio tenuto in vita dalla penna dell’autore grazie solo alle riflessioni che ci offre! Essendo infatti un’opera teatrale, le uniche descrizioni che abbiamo dei personaggi sono inserite all’interno dei dialoghi stessi. Ciò vale anche per le ambientazioni, che sono riuscita a immaginare perché introdotte tra una scena e l’altra. 

Sono stata rapita dalla poeticità dei dialoghi e dalla profondità delle riflessioni che, nello stile, mi hanno tanto ricordato il mio caro vecchio Wilde (tra l’altro, più volte citato nell’opera; menzione d’onore per aver citato non solo Oscar Wilde, ma anche il suo De Profundis: in assoluto una delle mie opere-lettere preferite).

Un libro breve, che come anticipato dalla prefazione, va assaporato in ogni sua parte. Ho avuto bisogno, a volte, di allontanarmi dalla lettura per qualche istante. Sentivo la necessità di pensare a ciò che avevo appena letto, prima di proseguire.

Posso dire di essermi sentita meno sola e, soprattutto, di essermi sentita parte integrante nonostante sia stata solo una lettrice e spettatrice esterna, nel percorso di crescita che Stelio ha intrapreso dopo aver conosciuto Erica e nei confronti altalenanti di pensieri e ideali con tutti gli altri giovani citati nelle varie scene, in particolare il suo amico Giovanni.

“L’eco dei sogni” è uno scritto magnifico, che consiglio anche se non siete abituati alle opere teatrali. Difatti, questa è la mia seconda volta, quindi non sono affatto esperta. Eppure, non ho trovato difficoltà nella lettura, anzi! 

Ricco di enfasi e, come dice il titolo, caratterizzato da un’atmosfera quasi onirica, quel fil rouge che ho citato all’inizio che lega a mio avviso “L’eco dei sogni” a “Purple cat” sembra essere quel malessere interno al proprio io nei confronti di una società di cui è difficile sentirsi parte.

La necessità di leggerezza è quello che più traspare, in un mondo fatto di superficialità da un lato e di arte e letteratura per pochi dall’altro, un mondo a volte poco affine a chi, come Stelio, sente di non essere adatto, sente di essere troppo per quel poco che c’è. Perché se lui si aggrappa all’arte, alla letteratura, alla filosofia, la gente che ha intorno sembra accontentarsi del “poco”. Sembra forse lo specchio di una società che ormai premia l’immediato, si ferma alla superficie e mette da parte ciò per cui ci sarebbe la necessità di soffermarsi per più di qualche secondo, ciò che ha bisogno di riflessione, calma, tempo e spazio per essere davvero compreso, apprezzato.

Concludo questa mia umile lettura dell’opera con una delle tante citazioni che mi hanno dato modo di riflettere su me stessa e sul mondo in cui vivo, in cui anche io, a volte, mi sento estranea.


STELIO Me ne stavo da solo: quando non si conosce cosa si vuole bisogna trovarsi. Ci vuole tempo. Ero occupato a volare.


ERICA E ti sei trovato?


STELIO Mi sto cercando in altri posti. […]


Grazie all’autore, Andrea Moretti, che nuovamente ha deciso di dare fiducia al mio blog.



Recensione a cura di Ilaria

domenica 8 ottobre 2023

Recensione: “Sotto un cielo carta da zucchero” di Emma Scacco


 Scheda tecnica.

Titolo: Sotto un cielo carta da zucchero

Autore: Emma Scacco

Editore: O.D.E. Edizioni

Genere: romance, hate to love, slow burn, sport romance

Pov: prima persona, doppio

Data pubblicazione: 18 gennaio 2023

Pagine: 220 circa


Autoconclusivo

Acquistabile su Amazon


Trama.

La vita di Rosanna, campionessa di Dressage, si sgretola nel momento in cui incontra l’amante di Goffredo, suo marito e unico amore, con il quale ha condiviso tutto.

Distrutta si lascia convincere a fare una vacanza nella Maremma toscana.

Nella tenuta della famiglia Corsi incontra il saccente e cinico Lapo.

È un professionista nel suo campo e accetta mal volentieri il distacco con cui lei lo tratta. Non si sopportano, ma l’attrazione tra loro è palpabile, nonostante provino a resistersi.

E quando lei perde ogni speranza, sarà proprio lui a tenderle una mano, perché ha cominciato ad amarne la forza, la determinazione e l’intelligenza, condividendo ciò che gli è più caro: Nero, il suo cavallo.

Come potrà Rossana sperare di vincere i campionati in sella a un cavallo maremmano? Come riuscirà a salvarsi dalla terra bruciata che Goffredo sta cercando di farle intorno?

E soprattutto, Lapo riuscirà a farle credere che esiste il vero amore, dopo tutto ciò che ha passato?

Recensione.

Ho avuto il piacere di leggere “Sotto un cielo carta da zucchero”, scritto da Emma Scacco, dopo aver letto la sua serie “Sliding in love”. 
Ricordo con piacere quel sentimento profondo per i cavalli che l’autrice aveva fatto trasparire tramite le pagine dei suoi romanzi. In questo, non è da meno.


La storia di Lapo e Rossana, o Roxie, è ambientata tra le colline toscane, con un pizzico di Sicilia e un accenno di Roma.

Rossana è stata lasciata da suo marito, Goffredo, che le rinfaccia difetti che lei stessa non era consapevole di avere. Ma come si fa a stare vent’anni con una persona di cui si pensano tutte quelle cose? Questo si chiede Rossana, mentre convinta dall’amica Sara, si accinge a vivere una vacanza scaccia-pensieri sotto il limpido cielo della Maremma toscana, in una tenuta gestita dalla famiglia Corsi. 

Lapo Corsi, uno dei fratelli che gestiscono la tenuta, non cerca storie ma si concede brevi avventure, perché ormai il suo cuore è stato fatto a pezzi da Claudia, la sua ex.

Quando conosce Rossana, però, scatta qualcosa.


Inizialmente i due poco si sopportano, nonostante l’amore per i cavalli, che dovrebbe accomunarli. In realtà, sono talmente diversi che anche l’approccio che hanno con questi meravigliosi animali è totalmente opposto.

Lapo, infatti, è un buttero della Maremma toscana, ha quindi un approccio con i suoi cavalli molto naturale, derivante dalla tradizione dei pastori a cavallo contraddistinta dal duro lavoro, dal sentirsi legati alla terra.

Rossana, invece, è un’atleta e campionessa di Dressage: ama i suoi cavalli, ma li cura con metodo e schemi rigidi, figli di un carattere precisino.


Nonostante le differenze, però, quella poca sopportazione si trasforma presto in un’attrazione a cui cercano di resistere, in particolare Rossana, ormai influenzata dalla perdita di autostima causata dalla richiesta di divorzio e dal fatto che abbia deciso di chiudere il suo cuore.

Tra intrighi malavitosi e fraintendimenti, si sviluppa così questa storia d’amore e di rinascita.


La scrittura di Emma è sempre intima ma mai volgare, semplice ma non superficiale, poetica ma non prolissa. Non ho trovato punti morti tra le pagine di questo romanzo, ma qualche colpo di scena e momenti di suspense che hanno tenuto vivo il mio interesse, dalla prima all’ultima pagina.

Forse, venendo dalla Sliding in love series, che ho amato alla follia, mi è mancata quella forte passione che ho assaporato allora; penso che a ciò abbia contribuito la differenza nell’ambientazione. Tuttavia, se prima avessi letto “Sotto un cielo carta da zucchero”, probabilmente avrei provato le stesse intense sensazioni al riguardo. Le storie di Emma hanno la capacità di entrare sotto pelle e toccare corde dell’anima che credevamo ormai spente.


Ho amato il personaggio di Lapo, così diretto, così passionale. Non a caso, è riuscito a rompere quel muro di vetro dietro cui Rossana si era nascosta, visibile ma intoccabile. 

Da amante dei thriller, ho davvero apprezzato i riferimenti e le accezioni un po’ noir e misteriose date alla storia dal risvolto malavitoso in mezzo alle questioni di cuore. Così come ho amato il modo in cui si è risolta la situazione: trovo meraviglioso il dipinto ricco d’orgoglio per la propria terra che l’autrice ha realizzato del popolo siciliano. Credo che Rossana rappresenti un po’ il coraggio di imporsi di fronte agli atteggiamenti malavitosi: non si può non apprezzare l’evoluzione di questo personaggio, che si è schiuso quasi come un bruco che diventa farfalla. Ha trovato il modo di vedere per ciò che realmente era colui che le ha spezzato il cuore umiliandola e cercando di azzerare la sua autostima e la sua persona; non si è tirata indietro nel momento di paura; non si è piegata ai ricatti e alle minacce. 

D’altro canto, forse non sarebbe riuscita in tutto ciò senza il costante supporto di Lapo (e della sua famiglia). Anche lui non si è lasciato intimidire, mostrando che l’amore e l’affetto possono superare anche le minacce più terribili. Lapo ha dato la forza a Rossana di credere in sé, di sbottonarsi un po’ da quegli schemi che la tenevano stretta alle proprie insicurezze.


Ho davvero apprezzato questa storia, grazie anche agli accenni di dialetto siciliano, i modi di dire toscani, i termini dell’ambito equestre. Tutti elementi che mi hanno catapultata in quest’ennesimo mondo letterario descritto dall’autrice con tanta passione


giovedì 16 giugno 2022

Review Party: "Axel Meyn. I misteri della città di Lavaesh" di Simone R. R. Sarnataro

 


Scheda tecnica.

Titolo: Axel Meyn. I misteri della città di Lavaesh

Autore: Simone Sarnataro

Editore: Self-publishing

Genere: Epic Fantasy

Pagine: 269

Prezzo: ebook 5.99 / cartaceo 15.60

Acquistabile su Amazon

 

Trama.

Nel 2999 dell'Età Quarta, il mondo si prepara a ricevere una scossa. La città di Lavaesh è intrisa di misteri: nell' oro si cela troppa avidità e nella celebre bevanda "Strongin" si affogano non solo dispiaceri, ma anche verità. Il giovane Axel Meyn è pronto ad assaggiare il sapore del cambiamento: attraverso tradimenti e realtà scomode stringerà nuovi legami e scoprirà che il mondo non è quel che sembra. Muovendosi tra storie di furiosa vendetta e le scelte folli di sadici governanti, si accorge che una scintilla dimorerà sempre nel cuore di chi si ribella. La Città del Sole, che viene bagnata da una pioggia di metallo, è pronta per essere lavata dalla menzogna. C'è qualcosa di epico tanto quanto di oscuro: "Non sarà una stella a fare il firmamento, ma basta a far brillare il cielo."

 

Recensione.

Axel Meyn è il protagonista di cui tutti avremmo bisogno e che, devo dire, mi mancava tanto nella mia vita da lettrice. Un ragazzo semplice, coraggioso, di buon cuore. Mi ha fatto piangere, commuovere, sperare.

Ma facciamo un passo indietro: perché credo che questo primo volume sia un ottimo inizio per questa serie?

Innanzitutto, menzione d’onore per la struttura della trama: equilibrata è il primo aggettivo che mi viene in mente parlandone; subito dopo, direi avvincente e mai noiosa. Axel è un ragazzo che proviene dal villaggio di Darsby e lavora in una locanda in cui viene maltrattato dal suo datore di lavoro e dai clienti, viene trattato con sufficienza e non fa altro che servire Strongin, una particolare bevanda, e nonostante ci provi a essere amichevole con i clienti, questi ultimi proprio non ne vogliono sapere di lui. Una sera, un cliente del locale gli parla di Lavaesh, una misteriosa città presso cui Axel decide con grande coraggio di partire, dopo alcuni momenti di indecisione e timore per ciò che gli è sconosciuto, lasciandosi alle spalle la cattiveria con cui era stato trattato sin dalla nascita proprio a Darsby. Una volta giunto alle porte della città, inizia forse la parte più avvincente del romanzo dopo la prima che è più una presentazione di personaggi e ambientazioni, a partire dal villaggio, seguendo con il viaggio verso Lavaesh, ugualmente importante e ben scritta.

I personaggi secondari mi sono piaciuti allo stesso modo del protagonista, perché ognuno di essi è stato caratterizzato e reso speciale e unico; ciò permette al lettore di simpatizzare per alcuni di loro e odiarne altri, costruendo gradualmente interesse e passione nei confronti della storia.

La tappa all’interno della città mi è piaciuta particolarmente, perché a mio avviso ricca di colpi di scena: molte cose non me le aspettavo ed è stato bello scoprirle attraverso il punto di vista dei protagonisti. Ogni cosa si scopre al momento giusto, e ciò ci permette anche di riscoprire tratti dei personaggi che li rendono ancora più particolari e apprezzabili (io particolarmente invaghita della scaltrezza di Beyrit, di cui spero scopriremo di più nei prossimi volumi).

Altra cosa molto apprezzata, da parte mia, sono le tematiche presentate all’interno di questo primo volume: intanto abbiamo un ragazzo giovane che prova a trovare se stesso, il vero sé, che rappresenta a mio avviso un po’ la maggioranza dei giovani di oggi. Quindi molto bello inserire delle tematiche che possono senza alcun dubbio riflettersi sulla realtà attuale: come, ancora, le discriminazioni nei confronti delle diversità e delle minoranze, la mancanza di integrazione, il privilegio di alcuni a discapito di altri e non meno importante la speranza che Axel, giovane e appassionato, riesce a riaccendere nei cuori di chi incontra sul suo cammino.

Per quanto riguarda lo stile narrativo, l’ho trovato molto azzeccato per un romanzo di questo genere, anche se sicuramente poco maturo soprattutto nella tecnica descrittiva e nello show, don’t tell. A volte avrei preferito che alcune descrizioni fossero realizzate tramite emozioni, pensieri, profumi e odori, rumori e suoni, anziché così dirette e poco pregne di musicalità letteraria; più che altro per rimanere coerente con lo stile narrativo dei dialoghi, che al contrario risultano invece molto ben strutturati, mai superflui. In ogni caso, considerando che si tratta di un’opera prima per Sarnataro, sono rimasta piacevolmente sorpresa dall’evidente lavoro che traspare dalle pagine di questo primo volume. In particolare, alla fine del romanzo rimane ancora qualcosa in sospeso, ma credo che questo sia un punto a favore proprio perché si tratta del primo volume di una saga, per cui questa sorta di cliffhanger funziona molto bene.

In conclusione, consiglio questo libro a tutti gli amanti del genere fantasy, ma anche agli amanti dei combattimenti, dell’azione e della magia (sebbene quest’ultima trova non tantissimo spazio; ma confido nei prossimi volumi). In realtà, mi sento di consigliarlo anche a chi invece non è abituato al genere e vorrebbe scoprirlo, grazie all’equilibrio con cui l’autore ha dosato tutte quelle caratteristiche del fantasy.

Un ringraziamento speciale va proprio a Simone Sarnataro per avermi dato l’opportunità di scoprire il suo lavoro e di condividerne i frutti con voi.

Fatemi sapere se deciderete di dargli un’opportunità, perché la merita. Grazie! 😊

Recensione a cura di Ilaria

sabato 20 novembre 2021

Review Party: "La sindrome di Didone. Superbia Vol. 2" di Christina Mikaelson

 


Scheda tecnica.

Serie: La Sindrome di Didone (Trilogia)

Titolo: Superbia Vol.2 (secondo della Trilogia)

Autrice: Christina Mikaelson

Editore: Self-publishing

Genere: Young Adult, Romance

Prezzo Ebook: 2,99

Prezzo Cartaceo flessibile: 15,00

Prezzo Cartaceo rigido: 19,50

Data di uscita: 10 novembre 2021

NB: Ė necessario leggere prima Tracotanza Vol.1

Non Autonclusivo



Trama.

Roma 2006.

Caterina e Adriano hanno raggiunto una tregua, entrambi sono venuti a patti con l’attrazione che provano l’uno verso l’altro, ma non hanno ancora rivelato a nessuno la verità sulla loro finta relazione. Intanto, però, il rapporto tra Leonardo e Beatrice inizia a incrinarsi e questo rischierà di intaccare i delicati equilibri che si sono stabiliti.

Anche gli altri personaggi, intrecciati in maniera indissolubile ai protagonisti principali, dovranno fronteggiare le loro insicurezze più profonde.

Superbia, il secondo volume della trilogia, si addentrerà sempre di più nei pensieri e nei sentimenti dei ragazzi del liceo Giulio Cesare, raccontando i loro sogni e le loro debolezze.


Recensione.

Torno a parlarvi, dopo più di un anno, di una delle storie a cui ho pensato di più dopo averne terminato la lettura: come anticipato dal titolo dell’articolo, sto parlando del secondo volume della trilogia de La sindrome di Didone, Superbia Vol. II. Il primo, ovvero Tracotanza Vol. I, mi aveva sorpreso in maniera molto piacevole, rimanendomi molto impresso nella mente e nel cuore. Potete leggerne la recensione qui.

Ma torniamo a concentrarci sul secondo volume, narrante le vicende di Caterina, Adriano, Leonardo, Beatrice e molti altri studenti e non del Liceo Giulio Cesare.

I protagonisti sono gli stessi, le vicende ruotano attorno agli avvenimenti del primo volume, perciò mi preme specificare che è necessario leggerli in ordine.

Cosa ho amato in questo secondo libro, rispetto al primo? Forse il fatto che l’autrice abbia dato ancora più spazio praticamente a tutti i personaggi secondari, grazie anche all’utilizzo dei diversi punti di vista. L’esperienza di lettura è stata molto intensa, anche per questo molto apprezzata.

Andiamo in ordine.

Caterina e Adriano ci regalano gioie e sofferenze, a causa del loro orgoglio e dei loro caratteri così simili (solo loro ancora non se ne sono resi conto). Non posso che confermare la mia passione sfegatata per Adriano; l’ho odiato? Certamente. Ciò spegnerà il mio amore incondizionato per lui? Assolutamente no.

Per quanto riguarda Caterina, devo dire che grazie agli intrecci studiatissimi con i personaggi secondari, scoviamo nuove sfaccettature della sua personalità. Alcune piacevoli, altre un po’ meno. In ogni caso, sia Caterina sia Adriano, fanno dei passi avanti nella loro relazione incasinatissima (sono solo loro due a incasinarla? Sì, ma noi li amiamo anche per questo). Lei sempre più confusa, lui sempre più ambiguo. Adesso non mi resta che aspettare il terzo volume perché sono convinta che l’autrice mi regalerà grosse soddisfazioni riguardo questa coppia. No, non è una minaccia velata, lo giuro!

Vorrei menzionare anche i personaggi secondari, anche se la mia mente è ancora offuscata da alcune scene particolarmente hot che… No, non vi dico nulla.

Parliamo davvero dei personaggi secondari: so che sembrerà un’esagerazione, ma li ho davvero amati tutti. Ho adorato davvero tanto che l’autrice abbia dato così tanto spazio anche a Nicola e Fabrizio, perché diciamocelo, se lo sono meritat0. Spero di leggere ancora di più di loro due nel terzo volume. Beatrice sempre adorabile, gentile e giusta. Micaela ha finalmente “alzato la propria voce”, cantandone quattro a Caterina, perché è così che funziona l’amicizia. Leonardo, in questo secondo volume non l’ho amato particolarmente, ma l’ho compreso, e questo per me basta per non farlo sfigurare rispetto agli altri personaggi.

Un ennesimo romanzo ricco di emozioni, momenti intensi e indimenticabili, personaggi talmente ben costruiti da sembrare reali. Per non parlare dei temi, mai banali: menzione di merito per aver trattato con tanta delicatezza e allo stesso tempo la giusta intensità il tema dei pregiudizi, la paura dell’emarginazione in un contesto scolastico, ma anche il supporto tra persone che si sentono diverse, e che in questa diversità trovano la complicità.

Gli anni del liceo, per la maggior parte di noi, sono stati altalene di sensazioni belle e brutte. Credo che la riuscita di questo romanzo sia proprio il fatto che sia così verosimile, così semplice da interiorizzare perché narra spezzoni di vita adolescenziale che chiunque di noi potrebbe aver vissuto.

Anche questa volta non posso che citare la cura nei dettagli: un magnifico lavoro di editing che spesso mi ha fatto dimenticare essere di fronte a un romanzo autopubblicato, dimostrazione che laddove c’è vera passione, la professionalità si sente, si percepisce. Proprio per questo ci tengo a fare i miei complimenti all’autrice prima di tutto e a chiunque abbia lavorato all’editing di questo libro.


Adesso mi tocca solo attendere con trepidazione il terzo volume perché, devo ammetterlo, ho colto un po’ di crudeltà nel modo in cui l’autrice ha deciso di chiudere questo secondo volume. Sono sicura, però, che come è già successo con Tracotanza Vol. I, non smetterò di pensare a Superbia Vol. II, immaginando e sognando cosa potrebbe succedere tra le pagine del terzo volume!




giovedì 18 novembre 2021

Review Party: "Spinning in love" di Emma Scacco

 


Scheda tecnica.

Titolo: Spinning in love

Autore: Emma Scacco

Genere: Pink western

Self publishing

Pagine: 250

Della serie #slidinginloveseries

Precedenti volumi:

#1 Sliding in love

#2 Esitate in love

#3 Back in love

Disponibile per l'acquisto su Amazon e su Kindle Unlimited



Trama.

Thomas è costretto a lasciare Copperas Cove e a perseguire la stessa carriera di colui che ha amato: il padre. Non ha fatto, però, i conti con il cowboy che è in lui e che non potrà esimersi da tendere la sua mano e il suo cuore a chi non ha più voce.


Recensione.

Ancora una volta ho avuto il piacere di leggere una storia partorita dalla mente di Emma Scacco, autrice che appunto ho già avuto modo di apprezzare nei precedenti tre romanzi della serie Sliding in love. In questo caso, vi parlo del quarto volume, dal titolo Spinning in love. Mentre la storia narrata nei tre precedenti volumi seguiva le vicende di due personaggi in particolare, questo quarto romanzo si sposta e si incentra su un personaggio che abbiamo avuto modo di conoscere e amare, che ricopriva un ruolo secondario ma non per questo meno accattivante, come fosse una sorta di spin-off. Sto parlando di Thomas, per i più affezionati Tommy.

Quando sono stata contattata per la recensione di questo quarto volume sono stata più che felice di rituffarmi nella realtà narrativa della serie, ambientata nei Ranch, tra cavalli, cowboy e distese naturali. Il motivo è da ricercare nel fatto che di quei tre romanzi mi è rimasto un meraviglioso ricordo, legato sì alla trama in sé, ma anche e soprattutto grazie all'eccellente qualità dello scritto in generale, sia per quanto riguardava i contenuti, sia per lo stile grafico ed estetico. Per questo, devo dire che quando ho iniziato a leggere Spinning in love le mie aspettative erano un po' elevate, lo ammetto.

Sono state deluse? Per niente, anzi! Spinning in love, oserei dire, è forse un romanzo ancora più intenso dei precedenti. Non manca una consistente dose di emozioni, personaggi talmente ben costruiti da sembrare reali, dialoghi verosimili e tante altre qualità che rendono questo libro degno dei più importanti romanzi di genere.

Ma non si ferma a questo: Spinning in love non è solo un romanzo rosa; si tratta a tutti gli effetti, a mio avviso, di narrativa generale. Un libro che, per la trama e i temi trattati, è difficile da catalogare. La coppia non è il centro della narrazione; l'individualità di ognuno dei personaggi lo è. Assistiamo a una vera e propria crescita dei personaggi, tra alti e bassi, in una storia ricca, ma che non vuole strafare. Ogni aspetto della trama è al posto giusto, sia a livello contenutistico, sia a livello formale.

Quanti romanzi hanno il potere di catturare il lettore sin dalla prima pagina? Per me, con Spinning in love è stato così. Probabilmente anche perché ero già familiare con l'amore per i cavalli che anche in questo romanzo, per fortuna, l'autrice non risparmia.



Ma parliamo di forma: anche questa volta abbiamo diversi punti di vista, cosa che secondo me, per questo tipo di romanzi funziona benissimo. Proprio grazie a questo, oltre all'eccellente lavoro di costruzione effettuato su ciascun personaggio, è così facile entrare in empatia con ognuno di loro.

So bene che ad alcuni lettori piace sapere un po' tutto della trama di un libro prima di decidere se leggerlo o meno, quindi mi tocca parlarvene un po'; ma attenzione, non ci penso proprio a scendere nei dettagli. Semplicemente perché credo che questo sia uno di quei romanzi da assaporare in tutta la sua essenza. Ma di cosa parla ve lo posso riassumere così: Thomas si allontana dalla vita del ranch per seguire le orme del padre medico, ma ne soffre profondamente. Sente di aver abbandonato il proprio posto nel mondo per raggiungere la deriva. Ella è la seconda dei tre personaggi principali: ragazzina misteriosa, con alcuni traumi alle spalle che hanno fatto sì che si chiudesse in se stessa, oltre alla vita in carcere a cui sembra essere destinata. Alexa è invece la sorellastra di Tommy, la cui vita prende gravi pieghe a causa del suo carattere fragile, debole, segnato.

Senza scendere nei dettagli, mi piacerebbe specificare che i temi trattati in questo romanzo sono di un certo spessore: vita in carcere, abusi, droga. Anche in questo romanzo viene dato molto spazio al tema della famiglia, cosa che ho apprezzato perché rende anche quegli argomenti che ci sembrano lontani, più semplici da assimilare. Ho percepito un senso di rinascita, di voglia di rivalsa e rivincita per dei personaggi che sembrano aver toccato il fondo; questo aspetto mi sta molto a cuore perché credo che ognuno di noi abbia dentro di sé questa necessità, quella di rialzarsi una volta toccato il fondo, o quella di non arrivare proprio a toccarlo, quel fondo.

Consiglio questo romanzo a chi ha già letto i precedenti perché ne rimarrà ugualmente entusiasta, o forse di più, ma non solo: è un libro che può essere letto a sé, senza l'appoggio dei precedenti volumi. Mi preme sottolineare nuovamente che si tratta di un romanzo a mio avviso molto intenso, sicuramente ben scritto: la proprietà di linguaggio dell'autrice rende la narrazione fluida e scorrevole, mantenendo comunque uno stile diretto, quasi essenziale.



lunedì 4 ottobre 2021

Recensione: “Insegnami ad amare” di Elena Ferri


 Scheda tecnica.

Autrice: Elena Ferri

Titolo: Insegnami ad amare

Editore: self publishing

Acquisto: Amazon in formato eBook €2.99

Genere: Romance/Erotico

Trama:

Natalie è una ventiquattrenne che ha voglia di vivere la sua vita, di lasciarsi andare, di essere quello che non è mai riuscita a diventare: sicura di sé. Infatti, non si è mai sentita in grado di comunicare e di raccontarsi al migliore amico del fratello per cui ha una cotta da diversi anni. Ci ha sempre chiacchierato ma mai spingendosi oltre, soprattutto nelle occasioni in cui Francesco si recava a trovare il suo caro amico durante il pomeriggio.

Alberto De Santis è un trentaseienne che non ha mai conosciuto l'amore e si accontenta di vivere la sua vita in passionali serate con le molteplici donne che sceglie per l'occasione. Raramente trascorre del tempo con una persona e difficilmente si lascia andare oltre al raggiungimento del solo piacere fisico. È un uomo tutto d'un pezzo, ossessionato dalla sua solitudine e convinto dell'assenza di un cuore amorevole dentro di sé.

Due personaggi lontani anni luce nei modi di fare e nel vedere il loro futuro, che si incontreranno a causa della distrazione di lui, tanto da intrecciare i loro destini una seconda volta, dando a lui la riconferma che lei lo odia a causa di passate vicissitudini familiari. Ma frequentandola, scoprirà che lei cela dentro di sé un segreto che le impedisce di avvicinarsi proprio al suo amato.

L'uomo più cinico che Natalie conosce, riuscirà a salvarla o sarà lei a redimere lui?

Recensione: 

La storia di Natalie e Alberto mi ha stregata sin dalle prime pagine, soprattutto grazie alla caratterizzazione dei personaggi: l’ho letto in breve tempo, ma nonostante questo mi sono molto affezionata ai due protagonisti. 

L’autrice ha trasmesso non solo le loro emozioni, ma anche e soprattutto il loro percorso di crescita. Infatti, Natalie e Alberto sono due persone estremamente diverse e, oserei dire, anche emotivamente abbastanza immature.

Da una parte abbiamo Alberto, classico playboy, che trascorre ogni sera con una donna diversa e non vuole andare oltre al rapporto puramente fisico. D’altra parte, invece, abbiamo Natalie: sogna una storia d’amore da quando era una ragazzina, con una persona ben precisa, ovvero Francesco, socio e collaboratore di Alberto ma anche amico del fratello di Natalie, che ha idealizzato nel fidanzato perfetto.

Mi piace credere nei libri, almeno nei libri: i due protagonisti si incontrano per una circostanza sfortunata, ma scoprono di conoscersi già! Infatti, Alberto altro non è che il fratello dell’ex fidanzata del fratello di Natalie.

Ma parliamo in modo più approfondito proprio di lei, la nostra protagonista femminile: è una ragazza molto insicura, a causa di un segreto che nasconde nel proprio cuore, un segreto che nessuno conosce. 

Sarà proprio la condivisione di questo segreto a creare un legame più stretto tra i due personaggi principali, a dare complicità al loro rapporto. Ho davvero amato, a questo punto, la piega inaspettata che la storia prende. Non andrò nei dettagli, perché per me è stato un susseguirsi di fatti e colpi di scena equilibrati e piacevoli e, per questo, non voglio rovinare l’esperienza a chi deciderà di leggere il romanzo.

Alberto, è proprio il protagonista di cui quasi chiunque si innamorerebbe: è affascinante, un po’ misterioso e molto cinico, non riesce ad aprire il suo cuore e pensa di non meritare l’amore, motivo per cui si è ormai rassegnato a una vita sentimentale solitaria.

Il modo di scrivere di Elena Ferri è paragonabile a una boccata d’aria fresca: nonostante il genere sia erotico, quindi ricco di scene esplicite e passionali, la sua scrittura non risulta mai fuori luogo o troppo costruita.

Il pregio più grande di questa storia, oltre alla trama in sé, è proprio il senso di equilibrio che si respira leggendola.

Recensione a cura di Ilaria 



martedì 3 agosto 2021

Recensione: "I love Morrison" di Belle Landa

 


Scheda tecnica.

Autrice: Belle Landa

Titolo: I love Morrison

Genere: Chicklit/Romance

Data di uscita: 29 luglio 2021

Esclusiva Amazon in ebook, Kindle Unlimited e Cartaceo


I love Morrison è lo spin-off di Ciak! ti amo!

Della stessa serie potrai trovare:

Ciak! Ti amo!

Un matrimonio da Oscar


Trama.

Regista acclamato da pubblico e critica, ricco e di successo… J. Morrison, il migliore amico della star di Hollywood Raffaello Bonaventura, sembra avere proprio tutto!

Ma la realizzazione familiare dell’amico con Audrey Wallace lo manda in profonda crisi.

In un momento di stallo creativo decide di scappare lontano da tutto e tutti, ma proprio lontanissimo: a Rapa-Iti, nella selvaggia Polinesia francese.

E lì il caso gli mette in mano, sotto una forma che non si aspettava, l’idea per un nuovo film. Ma troverà molto di più quando dovrà confrontarsi con Blake Davies, a cui deve strappare i diritti per la sceneggiatura che lo ha riportato in pista.

Tra isole esotiche, il glam di L.A. e le vie dell’incredibile Londra, Morrison scoprirà che la cosa che gli mancava era solo una: l’Amore.


Recensione.

Ogni volta che finisco di leggere un libro penso sempre a cosa vorrei dire all’autore o all’autrice del romanzo in questione se solo mi trovassi faccia a faccia con lui/lei. Non è la prima volta che leggo un romanzo di Belle Landa e non è di sicuro la prima volta che ne rimango davvero colpita, positivamente.

La storia di Morrison e Blake è senz’altro un racconto che porterò nel cuore per molto tempo.

Quando ho iniziato a leggere la loro storia, inizialmente narrata dal punto di vista del protagonista maschile, poi anche da quello della protagonista femminile, ho concentrato quasi tutte le mie attenzioni sullo sviluppo dei personaggi.

J. Morrison non è un nome nuovo per chi ha già letto Ciak! Ti amo! della stessa autrice: altro non è, infatti, che uno dei personaggi secondari di quel romanzo. Eppure, qualcosa mi ha detto che mi avrebbe catturata e così è stato. Forse è la prima volta che entro totalmente in empatia con un personaggio maschile, e anche per questo ho adorato tantissimo che il punto di vista di Morrison fosse davvero focale per quanto riguardava lo sviluppo della storia. Grazie anche all’espediente della panchina, ispirata dall’immortale Forrest Gump, ho avuto modo di ascoltare anche io, assieme ad alcuni personaggi davvero adorabili, la storia che Morrison sentiva il bisogno di raccontare, quella che lo ha portato a conoscere Blake, la nostra protagonista femminile.

Sebbene io abbia apprezzato moltissimi degli aspetti del personaggio di Blake, a tratti l’ho anche mal sopportata. Non è per me una cosa negativa; infatti, quando mi succede ciò con un personaggio, vuol dire che questo è totalmente verosimile. L’autrice ha fatto davvero un lavoro pazzesco per quanto riguarda l’arco di trasformazione dei due personaggi principali.

Morrison è un po’ particolare e forse in questo giace la riuscita del suo personaggio: un regista di successo in preda a un blocco che, come ogni artista che si rispetti, prende una decisione abbastanza discutibile dal punto di vista logico per superare il suo momento “no”: parte per la Polinesia, in particolare per un’isola di nome Rapa Iti. L’ambientazione della storia, infatti, si divide in tre parti: da Rapa Iti, a Londra, fino a Los Angeles, per poi tornare a Rapa Iti e regalarci una delle scene più magiche che io abbia mai letto in un romanzo chicklit.

La controparte femminile di Morrison, Blake, è una scrittrice che ha pubblicato un romanzo sotto uno pseudonimo maschile: tra le varie motivazioni, ho trovato assolutamente attuale e condivisibile quella riferita alla disparità di genere, non solo nel campo dell’editoria, ma anche in quello cinematografico, in particolare tra gli addetti ai lavori dietro le quinte (regia, produzione, post-produzione, sceneggiatura, e altro ancora).

Spesso, nei romanzi chicklit, l’avvicinamento dei due protagonisti mi fa un po’ storcere il naso: a volte avviene troppo velocemente, altre volte in maniera più graduale ma davvero poco credibile.

Nel caso di Morrison e Blake, invece, ogni azione dei personaggi è sempre stata perfettamente sincronizzata in ogni contesto e con ogni altra interazione tra di essi. Ho davvero apprezzato il modo in cui si sono avvicinati, mi hanno fatto sognare rimanendo però con i piedi per terra, e questo per me è davvero importante. Nel senso che è davvero credibile che un regista apprezzi una storia tanto da volerla trasformare in un film, così com’è altrettanto credibile che dietro uno pseudonimo maschile si possa nascondere una donna.

Blake non ha una vita facile: deve badare a suo padre, ha il peso di un abbandono sulle spalle e, come se non bastasse, una sorella che proprio non la sopporta, fa due lavori per permettere a se stessa e al padre una vita migliore. Nonostante ciò, non si lamenta, è tosta (nonostante le insicurezze nei confronti della relazione con Morrison), orgogliosa e talentuosa. Anche per questo sta benissimo con Morrison, che al contrario ha una vita agiata, è già un uomo di successo. I due si completano, hanno un’intesa che va oltre la semplice attrazione fisica.

Lo stile di scrittura è semplice e scorrevole, ho nuovamente apprezzato lo stile di Belle Landa che secondo me è inconfondibile, anche grazie alla dinamicità della storia che contraddistingue i suoi romanzi. Questo libro è un’esplosione di emozioni altalenanti che portano il lettore in un viaggio meraviglioso alla scoperta non solo dei propri sentimenti ma anche del sé più profondo, così com’è successo per entrambi i protagonisti.


Il cuore inizia a battere forte, il traditore anticipa quello che ancora gli occhi non sanno.”


Recensione a cura di Ilaria.

Recensione: "Milano Fashion Zombie" parte 1 di Irene Caltabiano, Riccardo Iannaccone; Disegni: Alessandro "Kalico" Grosso.

  Edito: Kall Edizioni Trama   Trovarsi nel bel mezzo di un'apocalisse zombie non capita tutti i giorni. E se il morbo esplodesse in...