Trama
Trovarsi
nel bel mezzo di un'apocalisse zombie non capita tutti i giorni. E se il morbo
esplodesse in un sacro tempio della moda quale la Milano Fashion Week? Un ex
fotografo di guerra, un autista di limousine, una modella con disturbi
alimentari, una fanatica fashion blogger, uno stilista snob, un rozzo fattorino
e una donna muta, si trovano a essere casualmente compagni di sventura nella
lotta per la sopravvivenza. Da un vagone dismesso del padiglione ferroviario,
allo squallore delle vie cittadine fino alla ricerca della salvezza sul
terrazzo di un edificio, il gruppo dovrà affrontare molte difficoltà. Ma
qualcosa non quadra e la verità non sempre risiede in ciò che si percepisce.
Soggetto e sceneggiatura: Irene Caltabiano, Riccardo Iannaccone; Disegni: Alessandro "Kalico" Grosso
Recensione
Eccomi qui, pronta a dire la mia sulla mia
dose mensile di fumetteria!
“Milano Fashion Zombie” è un fumetto
ambientato durante la Milan fashion week, in chiave apocalittica, in un
ambiente devastato dagli zombie in cui si lotta per la propria sopravvivenza..
I fatti avvengono subito dopo l’interruzione di una delle sfilate
caratterizzanti questo evento mondano famoso in tutto il mondo.
Abbiamo un insieme di personaggi tutti molto
diversi tra loro, ognuno con la propria storia: un fotografo, uno stilista, un
inserviente, una modella, un autista, una fashion blogger e un personaggio
misterioso.
Forse questo mix è la cosa che più ho
apprezzato: l’inserimento di vari elementi, background sociali e culturali
diversi che dessero una forte caratterizzazione a ciascun personaggio.
Una cosa che ci aiuta a entrare in empatia con
loro è l’impostazione data alla narrazione attraverso i vari POV: la situazione
interpretata da ognuno di loro assume connotati diversi man mano che il punto
di vista cambia, senza mai però risultare incoerente e mantenendo quel fil
rouge che li collega tutti.
Di fatto, almeno in questa prima parte, le
dinamiche sociali si rispecchiano in queste interazioni forzate tra i sette,
che si trovano confinati in uno spazio limitato, costretti volenti o nolenti, a
fidarsi l’uno dell’altro.
Questo fumetto, con la narrazione diretta e
cruda dei fatti citati, mi è sembrato voler diffondere un messaggio di critica
sociale riguardo vari temi: secondo la mia interpretazione, ho captato una
critica al mondo della moda, non solo per la scelta di titolo e ambientazione,
ma anche in conseguenza a varie situazioni e dinamiche esposte. Ma non è tutto
qui; difatti, grazie all’inserimento di personaggi così vari, lo spazio limitato
in cui essi si ritrovano per tentare di sopravvivere sembra uno specchio della
società odierna in cui temi come classismo, razzismo e alienazione dalla realtà
affondano le proprie radici.